mercoledì 23 marzo 2011

Destination Anywhere..

…name the place and I’ll be there…

Stamattina in ufficio, tra un discorso e l’ascolto di Radio Deejay, è uscito fuori non ricordo nemmeno come, il discorso Spagna. E mi è ritornato in mente le mie due visite alla meravigliosa città di Barcellona. E ogni volta che ne sento parlare o sento persone che vanno a visitarla, è come se sentissi gli occhi illuminarsi e i ricordi di quei giorni mi ritornano alla mente e ogni volta sento il bisogno di ritornarci, ogni volta scopri un pezzetto nuovo di quella città, dei suoi abitanti, della loro lingua e dei loro usi e costumi. E’ ovvio che, in questo momento mi stanno succedendo cose positive e belle, però se a Barcellona mi fosse offerta la possibilità di avere il lavoro della vita servita su un piatto d’argento, sarebbe veramente difficile dire di no. Sarebbe l’unico posto in cui potrei andarci a vivere e non sentire la mancanza di Torino. Una piccola immagine per ricordare quei bei momenti :)

 

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mercoledì 9 marzo 2011

Lettera dall’Italia

Caro Sua Ampiezza Serenissima,

mi rivolgo a te perché mi hai scritto, ma la mia risposta vale per tutti coloro che passano di qui e hanno 5 minuti di tempo da dedicarmi; di questi tempi sono sempre meno le persone che si soffermano a guardare le cose con occhi diversi o semplicemente si soffermano punto. “E’ la società” -  dicono, io credo piuttosto che sia il non voler soffermarsi troppo a pensare alla situazione a cui siamo arrivati, dopotutto qualcuno sostiene che “pensare fa male”. Chissà…forse ha ragione.

Ho molti acciacchi, è vero, pensare che sono una ragazzina. Ho solo 150 anni che, paragonati alla vita di un uomo, non sono niente. Pensa che il mio “collega” Regno Unito ne ha ben 210 e non credo se la passi così male. A volte lo vedo saltellare di qua e di là al Circolo delle Nazioni, come un bambino al parco giochi un pomeriggio d’estate. Io invece, mi sento vecchia dentro. Come quelle vecchiette incartapecorite che trovi per strada e ti fermi a farle attraversare sulla strisce e poi bestemmi anche perché devi andare in ufficio e sei in ritardo e loro non sono nemmeno a metà strada. Mi sento come quei vecchi che camminano con il bastone e ogni volta, per dispetto qualcuno me lo fa cadere…così cado anche io per raccoglierlo e poi ci metto una vita a rialzarmi e raramente trovo chi aiuta a rialzarmi. Così provo da me: prendo la mia esile figura e cerco un appiglio e ogni volta ricado, mi ammacco ma ci riprovo, finché quell’appiglio che cercavo non lo trovo.

Caro SAS,

ti chiamo così perché mi viene più semplice. Sai, di questi tempi infatti vanno di moda le abbreviazioni: TVTTTTB, PPRTTT QSSCDIVRR…e anche i processi brevi, ovviamente. Almeno, così ho sentito in giro.

Sai, a volte vorrei essere un po’ alticcia sul serio così da non rendermi conto, la sera quando vado a letto, di ciò che sta succedendo ai miei poveri cittadini. Insieme a me, state sprofondando anche voi, oltre ai secoli di storia che vi portate dietro.

Mi rammarico di una cosa però e in questi ultimi mesi me lo sono chiesto spesso: il 17 marzo compio gli anni e solo ora vi ricordate di farmi gli auguri? E tutti gli altri 149, non era importanti? A quanto ne so, negli Stati Uniti il giorno dell’indipendenza si festeggia tutti gli anni dal 1776, qui si festeggia solo dal 25 aprile 1945, quello che è successo prima di quella data chissenefrega. E va bene così. Ma cosa diresti se la tua compagna di vita si dimenticasse di farti gli auguri di compleanno o peggio ancora, se ne dimenticasse la donna che ti ha dato la vita: tua madre. Credo che forse, un pochino te la prenderesti. Ma non c’è da biasimarmi, la maggior parte delle persone non sa nemmeno cosa si festeggia il 17 marzo…non è colpa vostra, ma di chi non vi ha insegnato ad amarmi abbastanza. A volte vorrei prendervi uno per uno, tutti e 60 milioni e 221 cristiani, prendervi per le spalle e scuotervi e dire “Ma ribellati, cazzo!!” e invece sono qui, a sanguinare, con gli sfregi nel cuore e le flebo attaccate da chi ha tutto il potere, come cantava qualcuno.

Eccomi qui, a sentirmi calpestata da un popolo che probabilmente non si ritiene tale. Unito solo quando ci sono i Mondiali, salvo poi fare brutta figura anche lì e sentire i miei cittadini essere tutti allenatori il giorno dopo, seduti al bar con gli amici. Gli italiani felici e contenti se in TV passano programmi di Serie-B, il Grande Fratello…il Grande Bordello, il Festival di Sanremo con tante tette e culi e poca musica vera, per non usare troppo il cervello, per non rendersi conto che se non siamo ai livelli della Libia, dell’Egitto e della Tunisia poco ci manca; con l’unica differenza che gli abitanti di quei paesi, si sentono un popolo, uniti in piazza a manifestare il loro dissenso contro il governo. Forse non riusciremo a fare quello, tranne forse nel momento in cui ci tolgono tutti quei programmi di cui sopra e la partita la domenica, il lunedì, il martedì, il mercoledì e il giovedì…

…sì mi ci metto di mezzo anche io, perché alla fine potrei anche riuscire ad alzare lo stivalone e dare un calcio a chi mi caga marcio addosso, ma poi, una volta ripulire tutta la merda, ci sarebbe sempre qualcuno pronto a rifarlo.

Ora, caro SAS, è tardi, lo sai sono vecchia e ad una certa ora devo andare a riposare: sono vecchia, stanca e malata dentro.

Spero comunque che tutto ciò che desideri da qui ai prossimi anni, riesca a realizzarlo. Ti prometto che farò del mio meglio per far sì che questo avvenga.

Nel frattempo…tieni botta!!!

Fedelmente

la tua Amata Italia

Lettera tutta italiana

Eh qui devo intervenire…

Cara Italia,
che fai rima con Tribalia,
ma…
…bevi?
No perché se fossi sobria, io credo che un calcio con il tuo stivalone lo daresti a qualcuno che caga marcio sul tuo territorio.
Vorrei dirti che in questi anni mi hai nutrito di speranze ma anche di illusioni, ma anche di speranze che sono diventate illusioni. Di gioie e di dolori, di acqua e vino. Di pasta e ceci, di pizza e di agnolotti.
Ogni tanto però dai fastidio, mi fai pagare troppo la benzina, non mi assicuri un futuro degno di un popolo degli anni 2000, a volte rompi proprio i maroni.
Cosa devo fare con te che pur mi hai ospitato e tenuto li al caldo nell’attesa in un mio exploit?
Dimmelo tu o carissima, cantami tu o Diva del Pilu di Achille cosa devo fare. Quello che finora ho fatto è come una musica che mi fa diventar matto.
Posso aiutarti? Dammi un cenno, un drappo rosso da rubare, un gancio appeso al cielo, fammela vedere questa strada in modo da poter dire che non sarò più da solo.
Come ne usciamo pazza??? Cosa ne pensi? Il Berlu e quelli che parlano parlano e non concludono niente li rivedremo ancora? O farai sentire la gelida punta del tuo stivale nel nero profondo delle loro natiche?
Credo ti stia un po’ ingrassando, eppure dovresti dimagrire visto che i mari si alzano e ti ricoprono le coste, visto che le montagne si sgretolano e si tramutano in fiumi in piena.
Senti qua la mia proposta.
Invece che in Abruzzo, la prossima volta fallo ad Arcore il terremoto, cosi ti depuri e torni in forma.
Tanto credo che, visto il luogo coinvolto, la ricostruzione del territorio avverrebbe in 7 giorni. Incluso il riposo settimanale…

Ah dimenticavo, i 150 anni li festeggiamo lo stesso, tu porta le paste che al vino ghe pensi mi!
Cordialmente
Sua Ampiezza Serenissima!

martedì 8 marzo 2011

….

…oggi non ho veramente parole, anzi 3…

siamo in Italia

…ed ho già detto tutto…a buon intenditor…