lunedì 28 aprile 2008

Independence Day, Wedding & Saturday Night Party

Rieccomi a scrivere sul blog, dopo settimane di assenza. No, no tranquilli non ero nelle liste dei Desaparecidos, semplicemente il countdown agli esami si avvicina, il tempo stringe ed io non sono nemmeno a metà del programma.I ritagli di tempo li dedico alla mia vita sociale, e a fine giornata, la voglia di pigiare il tastino del pc equivale a meno 20.
Bene, vi riassumo un po' gli ultimi avvenimenti della mia vita.
Inanzitutto, ad inizio settimana è arrivato il PC nuovo.Niente più bestemmie perchè si bloccava ogni 5 secondi, niente più riavii improvvisi e perdite di dati (con dovute bestemmie ed insulti,possibilmente in tutte le lingue,per essere sempre poliglotti). Ora posso aprire più programmi ed essere, come dicono i pratici del mestiere, multi-tasking! Ahh...che bello..MSN ed il Mulo funzionano in contemporanea senza dover ogni volta litigare tra loro!!Anche la tastiera fa pandan ( si scrive così?) con il case ed il mouse, ora manca solo più il monitor LCD della Samsung che ho visto da Darty e che la mia cara zietta mi regalerà per il mio compleanno, e le casse ed è completo!
Il 25 Aprile, l'ho passato a casa a studicchiare qualcosina e navigare sul web in cerca di qualcosa di interessante per la tesi, ho trovato qualcosina, ma per il titolo sono ancora in alto mare, e dal momento che, l'Università degli Studi è all'insegna del motto " meglio prima che poi, anche se forse è davvero poi", forse è davvero il caso che mi attivi, onde evitare spiacevoli sorprese (ma verrà il giorno in cui...).
Il giorno successivo sono andata al matrimonio di Katia e Antonio. il bello dei matrimoni, è che ne vedi di assurdità. E' come una sfilata di moda, vince però chi è peggio vestito, e sinceramente, sarebbe difficile dichiarare un vincitore. non saprei proprio a chi dare la medaglia d'oro. Uhm..forse al tamarro con le silver e i jeans...sìsì era davvero il numero uno! All'inizio pensavo fosse un imbucato alla festa! :D Insomma di soggetti strani ce n'erano, ma avresti dovuto vederli, perchè non c'è gusto nel descriverli ( oltra a rischi querele e chiusura del blog :D). Ad ogni modo è stato un bel matrimonio, complice il vino ci siamo fatti grandi risate. Abbiamo anche ballato, e qualcuno si è scoperto un conoscitore di Salsa e Merengue XD.
W GLI SPOSIIIIIIIIIIIIIIIII!!!
Domenica tranquilla passata al Colle della Maddelena, passeggiata con il gelato preso alla gelateria Bric (anche se devo dire che ne ho mangiati di migliori) con Andrea e Silvia.Poi giro in centro e pizza da Prima&Poi, una nuova pizzeria che hanno aperto in Via Lagrange vicino a Marvin. La pizza era buona, e ve la consiglio!!
Nel prossimo fine settimana invece faremo festaccia per il mio compleanno XD la scelta della pizzeria è ormai certa, manca solo più il dopo..ci sono più opzioni, basta solo scegleire quale e soprattutto che tutti siano d'accordo...ai posteri l'ardua sentenza...!

mercoledì 9 aprile 2008

Parole In Free Mood (Parte III)

E così eccoci arrivati all'ultima parte del mio "fluss of consciousness", chissà magari che non ci sia un seguito...ai posteri l'ardua sentenza...intanto leggetevi questo, e grazie per i commenti numerosi :D XD

Quella libertà che sentivo così vicina, improvvisamente sparisce. Mi ritrovo davanti ad una villetta su una collina della Riviera Ligure. È ormai sera, quando raggiungo il piccolo paesino a pochi chilometri dalla “vita”, dalle feste sulla spiaggia e dallo “struscio” del centro. Giusto per vedere chi sfoggia il vestito più elegante o all’ultima moda. Non mi interessa tutto ciò, voglio solo stare sola, sola con me stessa per capire quello che voglio veramente. Quello che vorrei, che potrei essere e che sono. E, perché no, magari essere una persona migliore, o, forse, peggiore. Sono davanti al cancelletto della villetta. Mi volto verso il ripido “caruggio” dove il misterioso motociclista mi ha scaricato. Chissà se lo rivedrò. Già chissà…magari molto prima di quanto pensi. Ma non sono domande alle quali, in questo momento so rispondere, e nemmeno mi interessa rispondere. Infilo la chiave nella serratura e la giro, stranamente è facile da aprire. La casa sembra in disuso da una vita. Con me ho solo un piccolo zaino, con l’occorrente base : spazzolino, dentifricio, un cambio, un bikini rosso, un paio d’infradito ed un telo mare. Nient’altro. Sono certa che non mi servirà altro. Davanti a me ora c’è la porta della veranda. Apro anch’essa, senza troppi problemi. Poso lo zaino sul tavolino. Ed apro la vera e propria porta di casa. Entro dentro, ed improvvisamente sono colta da un dejà vu. Mi ritornano alla mente, vecchi ricordi. Ricordi di un’infanzia e di una giovinezza estive passate in questa casa. Sono nella sala da pranzo. Un tavolo di forma quadrangolare con attorno 4 sedie in legno, ancora in buono stato. All’interno della stanza ci sono dei mobili che dovrebbero contenere stoviglie e bicchieri, in realtà contengono libri di autori illustri, come Dante, Ovidio, Virgilio, Omero e tutti gli altri. Come ricordavo. Continuo la perlustrazione della casa. Alla mia destra si sviluppa un’altra piccola stanzetta, dove c’è un divano letto di quelli matrimoniali, disfatto. Qualcuno deve averci dormito un po’ di tempo fa. Un’anima che cerca se stessa come me, probabilmente. Una credenza accanto al letto che fa da comodino. Accanto a questa stanzetta si sviluppa il cucinino. Sulla cucina a gas c’è una caffettiera e sul mobiletto accanto una tazzina da caffè con la zuccheriera. Quello prima di me, deve essere andato via in fretta e furia, dal momento che non ha avuto nemmeno il tempo di mettere a posto la casa. Continuo il giro della casa. C’è una seconda porta nella cucina che accede ad un corridoio, lungo il quale sono appesi delle foto. Mi soffermo a guardarle. Ce ne sono due attaccate alle pareti, alla stessa distanza l’una dall’altra. C’è un ragazzo, vestito da militare, un po’ in carne con gli occhiali ed il pizzetto che abbraccia un suo commilitone. È sicuramente il padrone di casa. C’è poi la foto di gruppo, di tutti i commilitoni. Alla mia sinistra c’è una porta chiusa, la apro. È una camera da letto con un letto matrimoniale. La camera è molto spoglia. Poche decorazioni. La componente principale sono sempre i libri. Questa volta sono testi psicologici e filosofici, uniti da alcuni dizionari della lingua francese, italiana ed inglese ed uno dei sinonimi e contrari. Forse sono capitata in una casa di uno scrittore, o di un professore. Il mio giro di perlustrazione continua. Mancano ancora due stanze: un’altra camera da letto con un letto a castello, ed il bagno la stanza più piccola di tutta la casa. Ripercorro al contrario il corridoio ed esco fuori sulla terrazza. Il paesaggio è mozzafiato. Sono le 9 di sera passate, ed il sole è ormai tramontato dietro le montagne. Lascia, però quel rossore che si estende poi lungo tutta la baia. All’orizzonte si vede ancora il luccichio degli ultimi raggi del sole sul mare. Fra pochi minuti qualcuno dall’altra parte del mondo si sveglierà. Sotto il mio stesso cielo. Comincerà una nuova vita, lascerà la strada vecchia per quella nuova, butterà via il suo passato per essere una nuova persona.

martedì 8 aprile 2008

Parole In Free Mood (Parte II)

Sono di nuovo la protagonista assoluta di questo racconto. Ancora una volta seduta sulla scogliera, la stessa dove poco prima accanto a me c’era il chitarrista. Il vento si fa sempre piu’ forte e piu’ freddo. Sono vestita leggera e non ho niente con cui coprirmi. Dovrei alzarmi e tornare a casa, dove c’e’ la mia famiglia che mi aspetta. Ma non stasera. Stasera non mi va di tornare a casa. Voglio rimanere qui. Sola. Sola con i miei pensieri. Il tempo si e’ rannuvolato, il sole è nascosto tra le nuvole ed il mare inizia a diventare mosso. L’alta marea sta salendo. Sono le 9 di sera. Mi abbraccio per tenermi caldo. In lontananza sento avvicinarsi il rombo di un motore. E’ un’Harley Davidson. Sento che si ferma alla mie spalle sul ciglio del marciapiede. La percezione di un casco che si toglie ed il tintinnio delle chiavi che vengono tolte dal nottolino. Il lucchetto del blocca ruota anteriore che si chiude. Poi dei passi si avvicinano e scavalcano la palizzata di legno che porta agli scogli. Mi volto per vedere chi e’. Ha i capelli lunghi mossi, lasciati alle voglie del vento di giocarci un po’. Mi sorride. Porto la mano alla fronte per coprirmi dal sole che in quel momento ha avuto la meglio sulle nuvole, per capire chi e’ lo sconosciuto. Senza proferire parola, mi prende per mano e mi aiuta a scavalcare la palizzata. Continua a tenermi per mano, sempre sorridendomi. Raggiungiamo la sua Harley e mi porge un casco. Lo indosso. Accende il motore. Da’ un po’ di gas. Sale a cavallo della moto. Mi fa un cenno col capo di salire dietro. Mi appoggio a lui per salire. Mi siedo e gli poso le mani sui fianchi. A poco a poco la moto prende velocità. Attraversiamo tutto il lungo mare della citta’. Giro la testa verso il mare. Il sole sta calando dietro un piccolo promontorio. L’ultimo raggio mi batte contro il casco. Una barca di pescatori parte dal porticciolo. Negli occhi dei pescatori leggo chiaramente il presagio di una nottata di pesca abbondante.
Il paesaggio continua a scorrermi davanti agli occhi. Guardo il mio autista che ora si e’ fermato ad un incrocio. Mi posa una mano sulla gamba. Me l’accarezza. Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena. Vecchi ricordi di una giornata come questa, tornano alla mia mente. Riaffiora la malinconia. La moto riparte. Mi chiedo se è giusto quello che sto facendo. E’ come se stessi scappando da me stessa, da tutto quello che ho. Il paesaggio continua a scorrere. Il vento scompiglia i capelli che fuoriescono dal casco. Guardo davanti a me, vedo la mia immagine riflessa nel casco di lui. Chiudi gli occhi. E’ una sensazione bellissima quello che sto sentendo. Un senso di liberta’. Libera da ogni pensiero negativo. Sento solo l’aria che mi passa tra i capelli. Non ho più freddo. Continuo a tenere gli occhi chiusi. Allargo le braccia come se stessi prendendo il volo, mentre la moto continua a viaggiare sempre più veloce. Ci sono. La sto raggiungendo. Sto raggiungendo la liberta’.


PS: tra le righe non c'è nessun gufo XD

lunedì 7 aprile 2008

Parole In Free Mood ( Parte I)

Cari bloggers, buondì,
come primo intervento di aprile vi voglio postare uno scritto che ho trovato nei meandri di un vecchio floppy : facendo pulizia nei cassetti della mia scrivania. Siccome a breve cambiero' il pc, sto guardando un po' quello che c'è da buttare e quello che c'è da tenere.
E' diviso in tre parti, ve ne postero' un pezzo al giorno. In realtà non ha una fine, chissà magari che non mi venga l'ispirazione e scriva una quarta parte.
buona lettura!! ;)
PS: i vostri commenti e le vostre critiche sono sempre ben accette!


Vuoto. Continuo a fissare la pagina di Word in cerca di ispirazione. Cerco di estraniarmi dalla realtà, dalle sirene delle autoambulanze che passano sul corso, incuranti dal fatto che c’è qualcuno che sta cercando di concentrarsi. Sono settimane che cerco di scrivere qualcosa sulle emozioni che sprigiona la musica, senza nessun risultato soddisfacente, anzi, senza nessun risultato. Scrivo e poi cancello : non è quello che voglio trasmettere. Periodi troppi lunghi, frasi senza un senso logico; c’è sempre qualcosa che mi distrae: clacson, telefono, persone che mi scrivono : via, via sparite tutti, devo concentrarmi!!

Sono sicura che nemmeno questo articolo andrà a buon fine, straparlo. Non sto scrivendo niente di ciò che vorrei. I pensieri volano via, come le callose dita di un chitarrista che intona un assolo, come le mani che scivolano via sui tasti di un pianoforte. Concentrazione : nessuna. Musica, penso...penso a cos’è per me la musica,avrò qualcosa da dire in proposito,non credo che non abbia niente da dire. Non so dove andare a sbattere la testa. Parlo a me stessa,come una folle. Non so nemmeno cosa sto scrivendo,tanto meno, non so dove andrò a parare.

Penso alle canzoni che han fatto, fanno e faranno parte della mia vita. Dico sempre che la musica è la colonna sonora della mia vita, ed ora? Ora non ho niente da dire. Niente da scrivere. Niente.

Cambio CD. Non è di sicuro quello che mi fa sognare ad occhi aperti. Musica strumentale, o forse ho bisogno delle parole. Di cos’è che ho bisogno? Rispondo alle domande che mi sto ponendo,saprò arrivare ad una risposta. Penso. Chiudo gli occhi e penso. Penso alla musica, al suono di un pianoforte, di una chitarra, al ritmo di un basso e di una batteria, il tutto unito da un microfono. Elementi essenziali. Chiudo gli occhi, immagino di essere distesa su un prato. Il sole caldo, tipicamente estivo. Qualche nuvola sparsa nel cielo azzurro, gioca a rimpiattino col sole e forma divertenti sagome : un gatto, uno gnomo. Io, sdraiata su un prato, tra margheritine e primule selvatiche, le api che succhiano il nettare dei fiori. Sono in pace con me stessa. Poco più in là, un uomo con una chitarra seduto su una roccia, intona un motivo, a me noto. Mi risveglia emozioni vissute, piacevoli ricordi che riaffiorano dal passato. Respiro a fondo e m’immergo completamente nella melodia che quest’uomo sta intonando,mi sembra di essere all’unisono con lui : stesse emozioni, stesse percezioni, stesse espressioni sul viso di tranquillità e serenità. E’ il nostro Nirvana. Le sue dita scorrono lungo la tastiera della chitarra leggere come il vento primaverile su una scogliera, dove improvvisamente mi ritrovo, la chitarra continua ad accompagnarmi. Mi segue. Il vento mi scompiglia i capelli, la brezza marina, mi porta alle narici l’odore della salsedine. Guardo l’orizzonte, sembra infinito, sono certa che qualcuno da qualche parte starà nella mia stessa posizione e starà pensando la mia stessa cosa. Accanto a me sempre il chitarrista. Ora ha un volto. Mi sorride. Sembra conoscermi. Lo guardo nuovamente. Lui si volta verso l’orizzonte e torna ad intonare la stessa melodia. Il sole gli batte contro ed allunga la sua ombra. Allungo una mano per sfiorarlo, provo a dirgli qualcosa, ma come per incanto, svanisce nel nulla.