Freddie Mercury diceva:
"When you're
in need of love they give you care and attention, friends will be friends when
you're through with life and all hope is lost, hold out your hands cos friends
will be friends right 'till the end".
Ma quand'è è che questi amici
diventano così indispensabili da chiamarli quando abbiamo bisogno del loro
aiuto e fin dove possono spingersi e fine dove noi stessi possiamo spingerci
per aiutare un amico in difficoltà?
Riusciamo sul serio a capire le sue
esigenze, oppure cerchiamo solamente di non farci prendere dal panico e porci
la domanda "e se finirò anch'io come lui?".
Quando eravamo bambini, alzi la mano chi
non ha mai detto la mitica frase "non ti faccio più amico", allora
probabilmente non sapevamo veramente il significato di quella parola, di quanto
potesse far male all'amico in questione che la maggior parte delle volte
correva dalla maestra o dalla mamma a dire "Mammaaaaaaa...... (al posto dei puntini pensate di mettere il nome di un vostro amichetto d'infanzia) mi ha detto che non mi
fa più amicaaaaaaa!!! :(:(:(:( "; io stessa ho cacciato più volte di casa
la mia compagna di giochi...sì, una vera stronza ma all'epoca quando mi
facevano incazzare, ero categorica, il mio non era solo un "non ti faccio
più amica", ma più un "fuori da casa mia". Ovviamente il più
delle volte poi mia mamma mi diceva di chiederle scusa o semplicemente tutto
ritornava come prima e ciò che era successo il giorno prima, era solo un ricordo, a volte nemmeno così nitido.
Ma poi si diventa grandi, e quando si
litiga con un amico, si litiga sul serio...le parole hanno il peso di un
macigno e quando il giorno dopo ci si sveglia, non è più come quando hai 6
anni, non riesci più a far finta che non sia successo niente. Rimugini e
ripensi alle parole dette (o non dette) la sera prima e più ci pensi, più
rimani della tua convinzione, che sia lui (o lei a seconda) ad essere
dalla parte del torto, che tu sei dalla parte del giusto e che quindi deve chiederti
scusa, deve essere lui (o lei) a fare il primo passo..di certo, io non sarò il
primo a farlo.
Quante volte vi è successo? E dall'altra parte il tuo amico pensa la
stessa cosa e così...puff...addio amicizia e il più delle volte ti ritrovi a
rimpiangere quel maledetto giorno in cui hai deciso di essere convinto della
tua posizione, di essere irremovibile.
Altre volte succede invece che gli amici
che credevi eterni, quelli che ti immagini presenti al tuo matrimonio, alla
nascita dei tuoi figli, quelli con cui hai riso pianto e passato le serate
della tua adolescenza e prima maturità, spariscono dall'oggi al
domani...puff...e se li cerchi non ti degnano di risposta. Ti arrovelli il
cervello e ti chiedi il perché di questo loro atteggiamento. Allora
ti viene spontaneo chiederti se sei tu il problema, se sei tu che non riesci a
tenerti buoni le persone che credevi che ti tendessero una mano quando ne avevi
bisogno...ed è lì che ti fai più male.. perché è come se ti chiudessi
a riccio e non riuscissi più ad avere amici come quelle che hai
perso, perché non ti fidi più, hai paura di riaprire una ferita, la
stessa ferita che ancora oggi, se sfiori la cicatrice, fa ancora male.