giovedì 24 febbraio 2011

Ho Perso le Parole

writersblockys6

“…oppure sono loro che perdono me?”

Così comincia la famosa canzone di Luciano Ligabue.

Chissà perché poi le ispirazioni vengono sempre quando ascolti una canzone. Basta anche una sola parola ascoltata in quel momento, a quell’ora del giorno. Perché se capitasse di ascoltarla il giorno successivo, probabilmente non avrebbe lo stesso effetto, anzi ne sono quasi certa che non sarebbe lo stesso.

Perché proprio Ho Perso Le Parole? In realtà questo mio ritaglio non ha proprio lo stesso significato della canzone, ma è frutto di una “riflessione” che è nata ieri sera, con le solite 4 chiacchiere da bar con un amico. Il tutto è nato dalla mia domanda “ma ti ricordi quando…?” e, come se avessi aperto il cancelletto di una diga per irrigare i campi, ci siamo ritrovati a sorridere e a continuare con quei “ti ricordi quando…” e  ricordare di chi, come eravamo 4 anni fa. Lui con una rabbia dentro che solo ora è riuscito a capirne il significato e probabilmente nessuno ha mai saputo di questo suo sentimento, o non se ne erano mai accorti e che lui non aveva raccontato al mondo intero, se non attraverso lettere ai “grandi” del passato. Ed io, che scrivevo allo stesso modo non rivolgendomi ai grandi del passato, ma riempiendo le pagine del blog di parole, una dietro l’altro. Era il  MIO modo di dimostrare la rabbia contro il mondo. Ne avevamo di cose da dire. Poi, passato quell’anno e quel periodo “dannato” abbiamo smesso…

…abbiam perso le parole, la voglia di raccontarci al mondo, forse appagati, forse troppo presi da altro. Tanto da dimenticarci cosa volesse dire “scrivere”.

A volte è capitato quel momento in cui sentivo il bisogno di scrivere ma poi quel lampo di genio o quel momento ideale per scrivere non accadeva mai quando ero a casa sdraiata sul divano a fare zapping in TV. No, quasi mai, anzi direi proprio MAI. Succedeva sempre quando ero in ufficio, in macchina, per strada.

“….eppure ce le avevo qua un attimo fa…”

Forse è per questo che bisognerebbe portarsi dietro un bl ock notes o dei fogli di carta ed una penna nella borsa (come se ci mancasse anche quello nelle nostre borsette), per appuntarsi le cose che si ritengono adatto, per i pensieri che passano per la mente in quel momento per poi metterle nero su bianco, “in bella” come si diceva quando andavo a scuola. E far leggere al mondo, per quanto piccolo possa essere, il tuo pensiero.

Questo post è troppo lungo per poter ospitare il pensiero e le parole di colui che portava la rabbia nel cuore e che credeva di aver perso le parole, la voglia di scrivere ma che ieri sera è riuscito a ritrovarle. Quindi domani gli aprirò la porta del mio, gli offrirò una tazza di tè fumante e dei biscotti fatti in casa da buona padrona di casa e gli lascerò lo spazio per parlare, ancora una volta.

2 commenti:

Paul ha detto...

Fortunatamente le parole tornano sempre. E grazie al cielo ci sono quasi sempre quando servono per buttare giù qualche pensiero cattivo, qualcosa che a voce non riusciamo a esprimere, ma che attraverso la penna o la tastiera scorre proprio come lo intendevamo.

notus ha detto...

Io penso che le parole vengano da sole senza impazzire perchè non ci sono parole da scrivere.Arrivano qando devono e quando meno si ce lo aspetta.
Certo che se come Ligabue... scrivere è un lavoro... allora "perdere le parole"... è un grosso problema :D
WB