venerdì 3 dicembre 2010

What Happened To My Dreams?

Caro Blog,

scrivo direttamente a te, che sopporti ogni cosa ti venga scritta sulla tua facciata senza la possibilità di replicare; come una spugna assorbe l’acqua, tu assorbi tutto ciò che noi bloggers postiamo, senza poterti lamentare se ciò che scriviamo è fango o acqua proveniente da una sorgente di alta montagna.

Oggi in radio han detto che da un sondaggio è saltato fuori che gli italiani hanno perso i desideri. E’  la verità? Abbiamo perso la capacità di esprimerli?

La situazione è veramente arrivata a questo punto?

Qualcuno una volta ha detto che eravamo un popolo di naviganti, poeti e sognatori. Ora ci han tolto anche quest’ultima possibilità. Non credo però che si debba fare di tutta l’erba un fascio, credo anzi che ci sia ancora qualcuno che sia in grado di sognare e di realizzare i propri desideri. Credo che se si smettesse di farlo, si prenderebbero le cose fin troppo sul serio, di più di quel che già non si fa. Soprattutto in questo momento, in cui non stiamo dando proprio una bella visione al mondo del nostro Paese.

Caro Blog,

fra un po’ è Natale e penso che non farebbe male far fuoriuscire dal vecchio baule della nostra anima, quel fanciullino tanto amato da Pascoli, spolverarlo un po’, fargli indossare dei vestiti un po’ più moderni, dargli carta e penna e fargli scrivere la letterina a Babbo Natale, ma anziché scrivere di ricevere Barbie Rockstar o la F1 telecomandata, probabilmente quel fanciullino gli chiederebbe  se per caso ha ritrovato i sogni che ha perso il suo Io da adulto.

E’ venerdì sera, mio caro blog, domani inizia il weekend finalmente e per non intristirti più del dovuto, ti lascio una poesia. E’ stata scritta da Luciano Ligabue tratta da “La Neve Se Ne Frega”, un cantautore e scrittore, insomma un vero artista a 360°, ma soprattutto una persona a cui in questo periodo sono più vicina rispetto ad altri, come se fosse il vicino di casa che incontri tutti i giorni.

Non mi resta quindi, che augurarti un buon fine settimana (anche a tutti voi, miei aficionados)

Ridiamo come le montagne non appena gli voltiamo le spalle,

ogni volta che sono sicure che nessuno le veda.

Come il mare che si ostinano a chiamare furioso

mentre le tempeste non sono che i suoi sghignazzi.

Come le nuvole che se piangono pioggia

è solo per il gran ridere.

Come il vento che non fa che sganasciarsi

e soffia soltanto perché deve riposare il respiro.

Ridiamo come il cielo che deve avere tutti i motivi

per ridere di noi ma anche con noi.

Ridiamo come non potranno mai fare gli animali

che non sanno cosa si perdono.

Ridiamo come solo i più fortunati riescono a fare.

Ridiamo di cuore.

2 commenti:

Andrea Villata ha detto...

se fai la lettera a Babbo...chiedi le gomme termiche:D

KIKIMATIC ha detto...

Profondo....