mercoledì 6 ottobre 2010

Malasanità


Sono indignata. 

Siamo nel 21esimo secolo e la medicina si evolve a vista d’occhio, come è possibile riuscire a far morire un uomo per una stupidissima frattura al braccio come all’epoca dei nostri avi o nei paesi del Terzo Mondo?!

Io, non sono un medico esperto, anzi, mi correggo, non sono medico;  si va in setticemia quando subentrano delle infezioni e inoltre, solo successivamente si arriva alla morte, solo quando non vengono prestate le cure adatte, no? Allora mi viene da pensare,  forse quell’uomo non è stato curato a dovere.

Non è il primo caso di malasanità né probabilmente l’ultimo ma continuiamo così a non fare niente per far sì che questi medici da strapazzo continueranno a fare quel mestiere semplicemente perché  figli, nipoti, parenti di…o perché è un modo come un altro per guadagnare facile e in modo onesto, senza così dover andare a rapinare banche e passare il resto dei loro giorni in galera anche se li sbatterei dentro volentieri per quel che han fatto, ma con il pagamento della cauzione sei fuori e poi non si vorrà mica ledere il buon nome del medicozzo in questione. Tanto, in Italia in galera non ci va nemmeno chi stupra, o spaccia droga, figuriamoci un medico e anche se ci andasse, riuscirebbe a turlupinare il giudice e farla franca, ancora una volta.

Il mestiere del medico, non dovrebbe essere scelto in base allo stipendio accreditato a fine mese, è un mestiere che ti devi sentire dentro, altrimenti non varrebbe nemmeno la pena sprecare tutti quegli anni di studi e di specializzazione se poi, tanto arriviamo a questo punto.

Oggi è toccato ad un uomo di 33 anni, ieri toccava ad una donna incinta che non potrà più avere figli e l’unico bambino che ha, avrà serie lesioni e così come loro, tanti altri. E domani? E non nascondiamoci dietro la scusa che “succede solo al Sud” perché non è così, è un fatto che va ben oltre.  Forse alcuni medici dovrebbero riprendere in mano il giuramento di Ippocrate prima di iniziare la professione:

“ …Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona, i prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione…”

O magari lasciare spazio a chi sa fare veramente il suo mestiere.

1 commento:

Paul ha detto...

Guarda, io so solo che per cliniche et similia ci passo mio malgrado abbastanza spesso, e ogni volta che sento ste cose rabbrividisco un po'...perchè sembra sempre che capiti a persone lontane anni luce, però...beh, per ora mi è sempre andata bene e ho sempre avuto a che fare con gente in gamba. Spero continui così.