martedì 8 aprile 2008

Parole In Free Mood (Parte II)

Sono di nuovo la protagonista assoluta di questo racconto. Ancora una volta seduta sulla scogliera, la stessa dove poco prima accanto a me c’era il chitarrista. Il vento si fa sempre piu’ forte e piu’ freddo. Sono vestita leggera e non ho niente con cui coprirmi. Dovrei alzarmi e tornare a casa, dove c’e’ la mia famiglia che mi aspetta. Ma non stasera. Stasera non mi va di tornare a casa. Voglio rimanere qui. Sola. Sola con i miei pensieri. Il tempo si e’ rannuvolato, il sole è nascosto tra le nuvole ed il mare inizia a diventare mosso. L’alta marea sta salendo. Sono le 9 di sera. Mi abbraccio per tenermi caldo. In lontananza sento avvicinarsi il rombo di un motore. E’ un’Harley Davidson. Sento che si ferma alla mie spalle sul ciglio del marciapiede. La percezione di un casco che si toglie ed il tintinnio delle chiavi che vengono tolte dal nottolino. Il lucchetto del blocca ruota anteriore che si chiude. Poi dei passi si avvicinano e scavalcano la palizzata di legno che porta agli scogli. Mi volto per vedere chi e’. Ha i capelli lunghi mossi, lasciati alle voglie del vento di giocarci un po’. Mi sorride. Porto la mano alla fronte per coprirmi dal sole che in quel momento ha avuto la meglio sulle nuvole, per capire chi e’ lo sconosciuto. Senza proferire parola, mi prende per mano e mi aiuta a scavalcare la palizzata. Continua a tenermi per mano, sempre sorridendomi. Raggiungiamo la sua Harley e mi porge un casco. Lo indosso. Accende il motore. Da’ un po’ di gas. Sale a cavallo della moto. Mi fa un cenno col capo di salire dietro. Mi appoggio a lui per salire. Mi siedo e gli poso le mani sui fianchi. A poco a poco la moto prende velocità. Attraversiamo tutto il lungo mare della citta’. Giro la testa verso il mare. Il sole sta calando dietro un piccolo promontorio. L’ultimo raggio mi batte contro il casco. Una barca di pescatori parte dal porticciolo. Negli occhi dei pescatori leggo chiaramente il presagio di una nottata di pesca abbondante.
Il paesaggio continua a scorrermi davanti agli occhi. Guardo il mio autista che ora si e’ fermato ad un incrocio. Mi posa una mano sulla gamba. Me l’accarezza. Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena. Vecchi ricordi di una giornata come questa, tornano alla mia mente. Riaffiora la malinconia. La moto riparte. Mi chiedo se è giusto quello che sto facendo. E’ come se stessi scappando da me stessa, da tutto quello che ho. Il paesaggio continua a scorrere. Il vento scompiglia i capelli che fuoriescono dal casco. Guardo davanti a me, vedo la mia immagine riflessa nel casco di lui. Chiudi gli occhi. E’ una sensazione bellissima quello che sto sentendo. Un senso di liberta’. Libera da ogni pensiero negativo. Sento solo l’aria che mi passa tra i capelli. Non ho più freddo. Continuo a tenere gli occhi chiusi. Allargo le braccia come se stessi prendendo il volo, mentre la moto continua a viaggiare sempre più veloce. Ci sono. La sto raggiungendo. Sto raggiungendo la liberta’.


PS: tra le righe non c'è nessun gufo XD

2 commenti:

Anonimo ha detto...

il gufo c'è ma non si vede

notus ha detto...

Degno continuo della prima parte! Faccio una mia riflessione personale, notavo come la concezione di libertà venga vissuta in modo diverso da ognuno di noi. A te per esempio il viaggio su una moto scaturisce un senso di libertà, io invece quando penso a libertà penserei a un volo o al mare. Si può fare un sondaggio! XD Ora mi fiondo a leggere la terza parte lol!